Nell'immediato dopoguerra l'esigenza di mantenere un collegamento tra friulani sparsi nel mondo e la loro terra di origine assume una valenza maggiore rispetto al passato.
Il 16 settembre 1951, in occasione del congresso della Società Filologica Friulana, i rappresentanti dei Fogolars Furlans esprimono l'auspicio che le istituzioni del Friuli si accordino per la creazione di un organismo che garantisca un costante raccordo tra il Friuli ed i suoi emigrati.
Il 30 marzo 1952, l'assemblea della Filologica prende formalmente posizione in favore di un collegamento organico con i friulani lontani e lancia un appello alle istituzioni del Friuli. Particolarmente impegnati a questo progetto sono Chino Ermarcora e Alfredo Berzanti che comincia ad elaborare uno schema di statuto. Nasce un comitato provvisorio, presieduto da Ottavio Valerio e composto dai rappresentanti dei principali organismi delle due province friulane.
Il 25 ottobre 1952, il consiglio provinciale di Udine accoglie la proposta della giunta a sostenere il nuovo organismo nella fase sperimentale d'avvio.
Si va rapidamente verso la fondazione di un vero e proprio ente che avrà la sua sanzione solenne il 20 giugno 1953 nel salone del castello di Udine. I due milioni e mezzo di friulani che vivono in ogni continente dispongono finalmente di un organismo istituzionale che li rappresenta e di uno strumento di collegamento con la terra di origine.
Il suo organo ufficiale, il mensile "Friuli nel Mondo", esce ininterrottamente dal novembre 1952 per raggiungere 78 stati con una tiratura che, nel 1958, supera le 25.000 copie. Oggi, dopo 59 anni, continua a tenere viva, aggiornandola alle esigenze dei tempi che cambiano, la coscienza friulana ovunque.
L'Ente Friuli nel Mondo, però, non vuole soltanto richiamare i valori di friulanità culturale e solidarietà sociale. Da qualche anno va attuando l'obiettivo di internazionalizzazione del Friuli con la valorizzazione delle enormi potenzialità sociali, culturali, scientifiche, politiche ed economiche delle comunità friulane nel mondo. Il problema dell'emigrazione si trasforma così in mobilità internazionale delle risorse umane, fenomeno da considerare sempre di più come "risorsa" e "fattore di potenza" nel contesto internazionale.
La precisa volontà di raggiungere questo obiettivo si manifesta con la promozione, da parte dell'ente, di una serie di attività innovative che consenta di essere al centro di una rete mondiale di relazioni proficue.
Forte di una convenzione di collaborazione con l'Università di Udine, l'Ente Friuli nel Mondo è oggi un "braccio operativo" del Friuli nella realizzazione di alcuni importanti progetti. Le nuove necessità relazionali imposte dai processi di internazionalizzazione mettono il Friuli nelle condizioni di affermare la sua specifica individualità etnico-culturale e, nello stesso tempo, di ritagliarsi uno spazio socio-economico autonomo a livello mondiale.
Le diaspore stanno diventando forme di organizzazioni collettive sempre più visibili ed influenti. Si dotano di scuole, creano imprese e sviluppano mercati del lavoro etnici, approntano reti di distribuzione di prodotti propri, istituiscono circuiti finanziari, generano reti di solidarietà, portando al diffondersi di veri e propri dispositivi relazionali ed economici autonomi.
La sfida che l'Ente Friuli nel Mondo ha raccolto è quella di favorire la transizione del popolo friulano verso la sua costituzione in "tribù globale" che, forte di un senso di identità e dominando le tecnologie telematiche, riesca a fare fronte alle insidie della omologazione culturale, della dipendenza economica e della subordinazione politica.
Ogni anno l'Ente Friuli nel mondo organizza un incontro (o "convention") dei fogolars di tutto il mondo. Le conventions si svolgono in una località del Friuli, prevalentemente in agosto. Ecco l'elenco:
1° Convention - Cividale - 31 luglio 2004
2° Convention - Monfalcone - 7 agosto 2005
3° Convention - Sequals - 5 agosto 2006
4° Convnetion - Pontebba - 4-5 agosto 2007
5° Convention - Meduno - 2-3 agosto 2008
6° Convention - Gradisca d'Isonzo - 1-2 agosto 2009
7° Convention - Majano - 31 luglio - 1° agosto 2010
8° Convention - Spilimbergo - 6-7 agosto 2011
Altri importanti incontri svolti recentemente sono stati:
Incontro dei Fogolars europei - Mulhouse 17-18 ottobre 2009
18° Incontro dei Fogolars canadesi - Windsor 3-6 settembre 2010
Incontro dei Fogolars italiani - Roma 8-9 novembre 2010
Terzo congresso dei Fogolars Furlans italiani
Nei giorni 8 e 9 novembre 2010 si è tenuto a Roma il terzo congresso dei Fogolars italiani organizzato dall'Ente Friuli nel Mondo.
Riportiamo qui un breve resoconto del congresso.
Erano presenti tutti i presidenti dei Fogolars italiani e cioè (in ordine da Nord a Sud):
Licio Mauro (Bolzano)
Daniele Bornancin (Trento)
Enrico Ottocento (Verona)
Rino Olivo (Teglio Veneto)
Mario Madrassi (Venezia)
Caterina Frisan (Vicenza)
Franco Braida (Monfalcone)
Franca Bianchini (Aosta)
Alfredo Norio (Torino)
Mario Conti (Novara)
Nicola Ranieri (Limbiate)
Franco Veritti (Bergamo)
Rita Zancan Del Gallo (Firenze)
Tiziano Ronco (Umbria)
Adriano Degano (Roma)
Allegra Agamennone (Pescara)
Bruno Canciani (Latina)
Romano Cotterli (Aprilia)
Stefano Conte (Messina)
Aldo Zugliani (Cagliari)
Erano inoltre presenti il presidente dell'Ente Friuli nel Mondo Pietro Pittaro e il presidente emerito Mario Toros.
Nella sua relazione Pietro Pittaro ha detto, fra l'altro, che "La globalizzazione porta con sé il fenomeno della controglobalizzazione: un ritorno alle radici, ai valori di una volta, alla cultura e alla tipicità dell’identità. L'Ente Friuli nel Mondo è l’unico soggetto in grado di gestire queste dinamiche, grazie alla sua esperienza e alla sua rete di Fogolârs.
Se facciamo squadra, se facciamo tesoro dell’esperienza, se ci apriamo ai giovani, utilizzando anche i più innovativi strumenti tecnologici, abbiamo la possibilità di fare molto in futuro.
Quando i giovani universitari che portiamo qui a fare dei corsi conoscono il Friuli, restano profondamente colpiti dalla nostra realtà. Si trasformano in veri e propri ambasciatori della nostra immagine e delle nostre potenzialità in Italia, in Europa e nel mondo".
Pittaro ha poi detto che, a causa dei problemi di bilancio dell'ente Friuli nel Mondo, ci sarà un ridimensionamento dell'organico e un dimezzamento dei numeri annuali della rivista "Friuli nel Mondo".
Riguardo al problema dei giovani Pittaro dice: "Questo è un problema complesso. Occorre dare loro degli stimoli adeguati. Occorre guardare dalla loro parte, comunicare con il loro linguaggio. Occorre rilevare la forte tendenza delle terze e quarte generazioni a rinsaldare i legami con la terra d'origine, sia per la curiosità, sia per fattori culturali. Ma sopratutto per business, per le potenzialità che una politica di scambi e di collaborazione può portare al Friuli e ai friulani nel mondo".
Tra i punti del programma prossimo Mario Pittaro cita la compilazione di un annuario dei Fogolars per dare a tutti la possibilità di comunicare, di scambiarsi opinioni, di costruire relazioni nuove e costruttive.
Mario Toros, presidente emerito dell'Ente, ha osservato: "Non dimentichiamo che, se siamo indicati come modello per la ricostruzione, è anche perché la nostra rete mondiale di relazioni ci ha permesso di avere a disposizione fondi e intelligenze per ricostruire il Friuli. Si tratta di rivalutare questa rete rinsaldando i legami fra l'Ente Friuli nel Mondo e tutti i Fogolars in un'ottica di scambio continuo".
Tutti i presidenti dei Fogolars hanno preso la parola portando il proprio contributo. Ecco alcuni passaggi:
Rita Zancal Del Gallo, coordinatrice dei Fogolars italiani, ha invitato ad usare maggiormente Internet. Propone di organizzare dei settori di attività, ognuno dei quali faccia capo ad un Fogolar e di organizzare anche un direttivo di presidenti che si faccia carico di portare avanti le istanze di tutti i Fogolars. Un altro punto del suo intervento: "La Regione dovrebbe riconoscere che le gite che portiamo in Friuli sono uno stimolo per l'economia friulana". E ancora: "È fondamentale aggregarci su progetti dell'Ente affinché ogni Fogolar abbia il suo ritorno".
Il nostro presidente Enrico Ottocento ha detto che "potrebbe essere interessante creare un'associazione dei Fogolars italiani, un'unica voce per avere maggior peso".
Sui giovani è interessante l'osservazione di Giuseppe Baruzzini del Fogolar di Roma "Non credo che dobbiamo preoccuparci per la presenza o meno dei giovani nei nostri sodalizi". Baruzzini ha anche proposto a tutti i Fogolars di essere creativi e di organizzare eventi e manifestazioni per autofinanziarsi.
Per Adriano Degano, presidente del Fogolar di Roma, "è importante che ogni Fogolar usufruisca dei finanziamenti derivanti dal 5 per mille come previsto dalla legislazione italiana".
Stefano Conte, presidente del Fogolar di Messina, comunica che, per coinvolgere i giovani, il suo Fogolar ha puntato molto sull'organizzazione delle attività sportive.
Nicola Ranieri di Limbiate ha portato l'esempio di un fogolar che riesce a prosperare grazie alle attività rivolte anche ai non soci organizzate nella propria sede.
Romano Cotterli di Aprilia gli ha risposto che non può seguire il consiglio perché il suo Fogolar non ha una sede...
La giovane presidentessa del Fogolar di Ancona, Allegra Agamennone, ha ribadito la necessità di alimentare la friulanità degli aderenti.
Rino Olivo di Teglio Veneto ha proposto che il prossimo incontro dei Fogolars si tenga a Teglio Veneto...
Il primo giorno del congresso si è concluso con la visione del film "Il sole tramonta a mezzanotte" del giovane regista friulano Christinan Canderan.
Nella seconda giornata del Congresso c'è stata una importante cerimonia in Campidoglio con l'intervento di parecchie personalità.
L'evento, organizzato da Adriano Degano, presidente del Fogolar di Roma, riguardava la consegna dei premi Giovanni da Udine a otto friulani che si sono distinti nel settore delle arti, della cultura, dell'industria, dello spettacolo.
Sono intervenuti:
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della regione Friuli V.G. Renzo Tondo, il presidente della provincia di Udine Pietro Fontanini, il presidente del consiglio del Friuli V.G. Maurizio Franz, l'arcivescovo di Udine Bruno Mazzocato, i parlamentari Lenna e Bertoldi, il rettore dell'Università di Udine Cristiana Compagno e varie altre personalità.
Il premio Giovanni da Udine, giunto alla sua decima edizione, è stato assegnato ai seguenti friulani o figli di friulani:
Valentino Arrigo e Mario Collavino - Imprenditori (costruzione della Freedom Tower di New York)
Antonio Zanardi - Diplomatico
Roberto Gervaso - Scrittore, giornalista e opinionista televisivo (la madre è di Attimis)
Bruno Pizzul - Popolare radiocronista e giornalista sportivo
Franco Castellano - Attore
Diego Causero - Arcivescovo e Nunzio Apostolico
Mario Gabriele Morassutto - Industriale e imprenditore sportivo
Dante Spinotti - Direttore della fotografia in oltre 50 film
Odorico Altieri - Floricultore e vivaista
Il congresso si è concluso con l'udienza dal Papa Benedetto XVI in sala Nervi.
Erano presenti 8000 persone, fra i quali c'erano circa 500 friulani.
Il Papa ha definito il Friuli come "una terra dalla fede profonda e che crede nei valori". Ha fatto poi riferimento alla visita che farà in Friuli il 7 maggio 2011 dicendo che "sarà un appuntamento di grande festa e partecipazione per tutta la comunità friulana".
Il Fogolar ha donato al Santo Padre un calice antico.
Dal Friuli era stata portata a Roma la Vergine del Lussari che è stata esposta nella sala Nervi durante l'udienza. La statua è stata poi collocata nella chiesa di S.Spirito in Sassia dove l'Arcivescovo di Udine ha celebrato una messa.
È stato un momento di grande spiritualità, con una chiesa stracolma di gente. Monsignor Mazzocato, nell’omelia, ha concluso la sua omelia in marilenghe: «La Madone dal Lussari che e protezi dutis lis fameis: chês dal Friûl, chês di Rome e chês di dut il mont». Il coro alpino Ardito Desio di Palmanova, diretto dal maestro Nazzareno Modesti, ha accompagnato i vari momenti.
Tutti i dettagli del 3° Congresso dei Fogolars italiani sono inclusi nel numero di novembre 2010 della rivista "Friuli nel Mondo" che potete leggere
cliccando qui.
La Convention dei Fogolars Furlans a Majano
La 7° Convention dei Fogolars Furlans del mondo si è svolto a Majano, nel cuore del Friuli, nei giorni di sabato 31 luglio e domenica 1° agosto 2010.
Il tema basilare dell'incontro si è concentrato sul problema della partecipazione dei giovani alle attività dei Fogolars.
Il dibattito si è svolto nella giornata di sabato. Ecco un breve riassunto degli interventi al dibattito.
Claudio Zonta, sindaco di Majano, ha aperto il lavori con un saluto.
Pietro Pittaro, nuovo presidente dell'Ente "Friuli nel Mondo", ha inziato dicendo: "Da pochi giorni mi hanno eletto presidente e mi sono subito reso conto che c'è tanto lavoro da fare. Siete voi che dovete dirmi che cosa vi aspettate dall'Ente Friuli nel Mondo". Ha poi chiarito che "il nostro sodalizio non è una banca che eroga soldi. I finanziamenti sono vincolati a progetti precisi". Inoltre ha informato che "nel nuovo statuto sarà prevista la nomina di quattro Fogolars nel consiglio direttivo dell'Ente che potranno essere presenti a tutte le riunioni in videoconferenza". Poi ha promesso di visitare tanti Fogolars.
Adriano Piuzzi, assessore provinciale, ha rivolto un saluto e un ringraziamento ai rappresentanti dei Fogolars.
Lionello D'Agostini, presidente della Fondazione Crup che contribuisce finanziariamente all'ente "Friuli nel Mondo", ha detto: "Recentemente ci sono stati momenti di difficoltà per l'ente "Friuli nel Mondo". Con la presidenza Pittaro possiamo tornare alla normalità. Le modifiche allo statuto porteranno una maggiore presenza dei Fogolars. Stiamo lavorando per il futuro dei giovani".
Roberto Molinaro, assessore all'istruzione, ha detto: "La scelta di Majano come luogo dell'incontro è stata indovinata, poiché Majano è una vetrina di innovazione e di creatività nel mondo delle imprese. Dobbiamo cercare di capire cosa succede nelle nostre comunità di correligionari all'estero e quindi occorre potenziare la comunicazione e gli scambi con mezzi idonei che la tecnologia mette a disposizione. Il Friuli ha una marcia in più perché ha una grande potenzialità costituita da un altro Friuli composto da tutti i friulani nel mondo".
Bruno Tellia, sociologo dell'Università di Udine, ha esposto i risultati di un'indagine statistica molto articolata, effettuata tra i giovani friulani che vivono lontano dal Friuli. Ecco in estrema sintesi alcuni risultati dell'indagine:
La lingua friulana è abbastanza diffusa nell'ambito familiare ma il suo uso diminuisce drasticamente al di fuori della famiglia. Metà degli intervistati dichiara di frequentare circoli friulani e ha contatti con con il Friuli via internet. La rete, infatti, permette di mantenere legami ed amicizie indipendentemente dalla vicinanza fisica. Bruno Tellia conclude suggerendo di impostare e potenziare un sistema di relazioni tra i friulani nel mondo utilizzando le nuove tecnologie.
Marco Macorigh, imprenditore che vive tra Londra e il Canada, facendo riferimento al problema dei giovani ha detto che "occorre il coraggio di lasciare spazio ai giovani nei consigli direttivi dei Fogolars".
Bruno Pizzul, noto giornalista e radiocronista sportivo, ha detto che "il ricambio generazionale riguarda tutte le associazioni. La cosa difficile è riuscire a coinvolgere i giovani in modo coerente".
Christian Romanini, della rivista La Patrie dal Friul, ha ribadito la centralità della lingua e della cultura friulana.
Giampaolo Della Schiava ha ricordato l'esempio dei giovani che hanno studiato all'estero.
Daniele Macuglia, laureato in fisica atomica all'Università di Pavia ed attualmente impegnato all'Università di Chicago, ha detto che "i friulani sono molto apprezzati. Per avere successo, però, occorre impegnarsi molto e affrontare tanti fallimenti senza mai demordere".
Fabrizio Nonis, che vive in Canada, ha dichiarato: "In Canada ho portato subito i miei figli al Fogolar dicendo loro che lì troveranno, in qualsiasi momento, una comunità capace di accoglierli e di sostenerli". Si è inoltre dichiarato d'accordo su un maggiore utilizzo delle tecnologie della comunicazione.
Olga Boccalon, residente in Argentina, ha detto che i giovani vanno coinvolti in progetti di conoscenza della lingua e della cultura friulana.
Giovanna Nicoloso, di S.Maria in Brasile, ha sostenuto che i progetti di cooperazione possono comprendere anche chi è di quinta generazione e non conosce la lingua e la cultura del Friuli.
Giacomo Trevisan, di Shanghai, ha polemizzato dicendo "Non chiedeteci ogni anno quali domande dobbiamo porvi senza poi offrirci risposte".
Silvano Maran, da Monaco di Baviera, sintetizza dicendo che "se non viene dato spazio ai giovani tra dieci anni non ci saranno più Fogolars".
Domenico Lenarduzzi rincara la dose "I Fogolars devono essere coinvolti nelle decisioni dell'Ente Friuli nel Mondo altrimenti, nel giro di pochi anni chiuderanno tutti".
Pietro Villotta, presidente dell'ordine dei giornalisti del Friuli, è più ottimista "Il nuovo presidente Pietro Pittaro è sempre stato un innovatore e saprà dare all'Ente la giusta spinta innovativa".
Mario Toros, presidente emerito dell'Ente Friuli nel mondo, conclude il suo intervento dicendo "I giovani devono rispetto ma i vecchi hanno il dovere di fare il loro dovere".
La domenica mattina c'è stata una cerimonia commemorativa per le vittime del terremoto del Friuli e la Messa celebrata dall'arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzoccato. Intensa l'omelia dell'arcivescovo conclusa con alcune parole in friulano e con un "mandi a ducj".
Sono intervenuti per un saluto dal palco delle autorità: il presidente dell'ente Friuli nel Mondo Pietro Pittaro, il sindaco di Majano Claudio Zonta, il vicepresidente della provincia di Pordenone Eligio Grizzo, il presidente della provincia di Udine Pietro Fontanini, l'assessore regionale Roberto Molinarolo e il presidente del consiglio regionale Edouard Ballman.
Poi è iniziato il pranzo al quale hanno partecipato oltre mille persone. Il menu, tipicamente friulano, comprendeva: maialino, ricotta mantecata alle erbe con le pesche di Fiumicello, orzotto con prosciutto crudo di S.Daniele, spezzato di vitello con verdure di stagione, polenta di Caporiacco accompagnata con latteria stagionato, strudel di mele.
È stata una bella festa di friulani ma con una sottile punta di amarezza. Il tema dell'incontro, secondo il programma, doveva essere "La partecipazione dei giovani alla vita dei Fogolars", ma i giovani alla festa non c'erano.
Considerazioni sulla 7° Convention di Majano
di Roberto Rossini
Articolo già pubblicato su "La vos dal Fogolar"
La 7° "Convention dei Friulani nel Mondo" che si è tenuta a Majano nei primi giorni di agosto 2010 ha ribadito numerose perplessità: crisi d'identità dei giovani, realtà sociali dei Fogolars, qualità e tipologia dei programmi e degli obiettivi, attualità delle motivazioni, difficoltà economiche, ecc. Molto si è discusso, molti pareri sono emersi, poche risposte sono state individuate finora, anche perché non è così semplice trovare le risposte.
È mia opinione che non sempre si tiene conto delle realtà del nostro tempo. I Fogolars all'estero sono nati sopratutto quale risultanza dell'emigrazione. I friulani che lasciavano la propria residenza partivano da disperati: senza una lira in tasca, con angoscia, in soggezione, armati solo delle proprie capacità, tenacia e buona volontà, restando lontani e soli per lungo tempo.
Oggi i giovani vivono in un'altra situazione. A mio giudizio il vero "nemico" è Internet che, per molti versi fornisce un grande aiuto, ma che per altri versi rende più difficile lo stare assieme.
Per i giovani d'oggi le associazioni vengono gestite via Internet. Si mandano messaggi, si chatta, si entra su "facebook". Le sedi sono virtuali, ci si conosce da lontano ma non ci si incontra quasi mai.
Che sia questa la strada da seguire? Allora, che ruolo potranno avere i Fogolars in futuro? Mi sembra importante che, per evitare di cedere al virtuale, l'Ente Friuli nel Mondo segua, indirizzi e sostenga i Fogolars per garantire quella spinta culturale indispensabile per sopravvivere. Altrimenti è la fine.
Svecchiare dalla periferia
Alcune considerazioni sulla 7° Convention di Majano da parte di Rudy Magnan
consulente direzionale di origine friulana residente a New York
Quanto emerso dalle due giornate di Majano può essere così riassunto: presa d’atto della frattura avvenuta tra il Friuli e la parte più attiva e dinamica della sua diaspora. Corollario: i Fogolârs rappresentano, salvo rare eccezioni, la parte anagraficamente più anziana della friulanità nel mondo, quella ancorata a schemi relazionali e progettuali decisamente superati, incapace di cogliere i profondi mutamenti intervenuti nella composizione sociale della diaspora e nella sostanza dei suoi interessi verso la terra di origine dei padri, nonni eccetera.
Le responsabilità non sono solo e tutte da una parte! Il filo con le giovani generazioni e il mondo delle professioni è stato colpevolmente reciso e molto difficilmente potrà essere riannodato, se non attraverso una nuova, coraggiosa e lungimirante politica che veda fortemente coinvolte tutte le istituzioni del Friuli.
Preliminarmente va affrontato il problema dell’esagerata proliferazione delle associazioni. La Regione aveva e ha tutti gli elementi per intervenire, già da tanti anni. Ai decisori, in balìa dei piccoli interessi di parte e non adeguatamente sostenuti dalla burocrazia, è mancato il coraggio di affrontare e risolvere l’incresciosa situazione dei “sodalizi fantasma”.
Va quindi preso atto del fatto che i Fogolârs – così come i circoli, i club eccetera aderenti alle altre associazioni – rappresentano solo la parte residuale di un mondo che si sta anagraficamente consumando e nel quale non si è registrato un normale avvicendamento delle dirigenze. Non sono rari i casi di presidenti di Fogolârs inamovibili da decenni. Questi personaggi sono i maggiori responsabili della mummificazione della friulanità nel mondo e della trasformazione dei sodalizi in club della terza età, aggrappati alle nostalgie di un Friuli che non esiste più.
Se “Friuli nel Mondo” deve svecchiarsi sarà bene iniziare dalla periferia e cioè dai Fogolârs. Se il ricambio generazionale è certamente importante non può essere considerato risolutivo. Essenziale è raccogliere attorno all’ente competenze, professionalità, esperienze che possano contribuire alla rimodulazione del ruolo e delle funzioni di una tale organizzazione nel nuovo contesto della mobilità internazionale delle risorse umane.
È ovvio che sono due le esigenze da contemperare: da una parte, quella degli intendimenti delle istituzioni della terra di origine e, dall’altra, quelle della diaspora, considerata una potenziale risorsa e non più un residuo assistenziale. Solo da un’integrazione e compenetrazione tra questi punti di vista può nascere una strategia condivisa e utile per tutti. Se non si imbocca questa strada, si potrà solo ritardare l’esito finale dell’esperienza – gloriosa – dell’ente che rischia di rimanere solo quello di Chino Ermacora, Tiziano Tessitori e Ottavio Valerio. Mentre la parte più viva e dinamica della diaspora va oltre e si organizza in rete, autonomamente, senza chiedere niente a nessuno.
Rudy Magnan