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Quarantuno “pellegrini” e una vecchia conoscenza (l’autista, che ci ave-
va già accompagnati a Lubiana due anni) hanno lasciato momentanea-
mente Verona per trascorrere un paio di giorni nella “Piccola Patria”.
Le mete erano ben stabilite dal nostro Presidente: il sabato 20 settem-
bre visita al Museo dei mosaicisti del Friuli ed ai principali monumenti
della località, pranzo in un agriturismo sui “Magredi” pordenonesi (da
“Gelindo”) e quindi trasferimento a Cividale per trascorrervi la notte e
visitare una mostra di crocefissi in legno del XII e XIII secolo.
Il giorno dopo visita dedicata ai 100 anni della Grande Guerra, quindi
visita al Sacrario di Redipuglia per onorare i 100.156 soldati Caduti e 1
Crocerossina e successiva visita al Monte San Michele, vicino a Gorizia,
per visionare uno dei punti dove per oltre 2 anni la lotta infuriò impietosa
facendo strage di esseri umani italiani ed austriaci. Quindi pranzo in una
località vicina - a Castelvecchio - e quindi il rientro a Verona.
Il Presidente della Scuola, il bravissimo dr. Aldo Gerussi illustra al grup-
po le caratteristiche della scuola e del gruppo scultoreo che ci accoglie
nella corte della Scuola.
La Scuola, una delle tre scuole di mosaico italiane, oltre a Monreale e
Ravenna, ma la più importante al mondo, effettua dei corsi della durata
di tre anni a 50 allievi scelti: 25 italiani e 25 stranieri.
Al primo anno vengono studiate le tecniche dei mosaicisti del passato,
al secondo ci si apre verso i tempi contemporanei, al terzo anno si dà
via libera alla fantasia creativa degli allievi.
Gli allievi imparano a lavorare in gruppo e non indipendentemente, a-
vendo un compito da assolvere e cercando di completarlo dividendosi il,
lavoro. Poi i singoli lavori vengono assiemati ed armonizzati per rag-
giungere l’obiettivo desiderato.
E’ necessario avere sì fantasia, ma soprattutto disciplina e infinita pa-
zienza, seguendo le direttive degli istruttori.
Gli allievi, che devono essere già in possesso di un diploma di studio,
non pagano una frequenza mensile, ma solo una tassa di qualche cen-
tinaio di euri, iniziale, per le spese generali. Poi essi si devono mantene-
re fuori dalla stessa con mezzi loro.
La Scuola vive grazie alla sponsorizzazione di vari enti locali e della
Regione Friuli Venezia Giulia e alla vendita di opere o prestazioni arti-
stiche, che vengono commissionate da mezzo mondo.
All’ingresso della Scuola, una scritta su mosaico in arabo, specifica qual
che cosa; si, ma cosa? Sarà importante? E’ bene saperlo. Ecco allora
che il carnico Gianni del Fabbro (a destra) chiede lumi al veronese Ne-
reo Nicolis (a sinistra). Questi, dopo avergli dato una… torcia, gli spiega
il significato, poiché pare che parli in turco. Si saranno capiti? Mah!
Il banco di lavoro d’un allievo con il motivo di studio
___________________________La V
ô
s dal Fogolâr______________________________________________________________________________________________________________________________________
Gita in Friuli: Spilimbergo, Redipuglia, Cividale
Due giornate intense nella terra madre
, di Ro. Ro.