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La domenica mattina abbiamo raggiunto la sacra terra di Redipuglia,
dove sono sepolti 100.156 Caduti della Grande Guerra, di tutti i gradi, e
oltre a una Crocerossina, raccolti dai tanti cimiteri a ridosso della linea di
confine, sul Carso, dove quella straziante guerra impose prove durissi-
me e dolorosissime ai combattenti ed ai civili rimasti in loco.
Non si può restare indifferenti in questo luogo di pietà che raccoglie le
ossa di 61.000 caduti ignoti e 40.000 individuati; un senso di angoscia,
di pietà e di dolore attanaglia il tuo animo, al ricordo delle tante soffe-
renze patite e del gran sacrificio compiuto da questi nostri antenati.
Su uno dei 22 gradoni dove la parola “PRESENTE” si alterna con i nomi
dei soldati sepolti si sono contati ben 59 “Esposito”, a dimostrazione del
fatto che giovani provenienti da ogni parte d’Italia con un unico intento si
sono battuti per una sola Italia unita.
Ecco un tratto delle trincee protette nelle quali si viveva, si combatteva
si soffriva e si sperava di eludere la sorte.
Dopo una visita lungo i gradoni, ci siamo spostati nel vicino piccolo mu-
seo riferito alla Grande Guerra 1915-18, ricco di tanti reperti, armi, foto-
grafie, esposti alla vista. A seguire c’è stata una puntata sul non lontano
Monte San Michele, dove le operazioni militari insistettero e dove si
combatterono terribili battaglie, che provocarono perdite spaventose che
furono le premesse per la successiva sconfitta di Caporetto, nel 1917.
Molti i cippi che ricordano gli avvenimenti e le azioni dei reparti.
Al termine, i “Pellegrini” hanno concluso la giornata presso la tenuta A-
gricola “Castelvecchio”, dove s’è
pranzato. Al termine, molti si
sono soffermati in una villa sto-
rica adiacente al parco della te-
nuta, dove si installò un coman-
do militare italiano e dove il poe-
ta Ungaretti scrisse numerose
delle sue strazianti ed umane
poesie.
Interessante la villa, che fu an-
che ospedale e riporta numerosi
graffiti lasciati dai soldati ricove-
rati e recentemente riportati alla
luce, nel corso di restauri.
E’ stato interessante apprezzare
la grande opera di trasformazio-
ne, messa pazientemente in at-
to, per trasformare le pietraie e
le trincee dilaniate dall’artiglieria
in vigneti rigogliosi e generosi.
Al termine della visita: acquisti di
bottiglie di buon vino “A Gogo’”
Quattro… “Capelloni” dissertano di vini, durante il pranzo
“Incontro di… “Testoni” lun-
go un muro della villa!
___________________________________La V
ô
s dal Fogolâr____________________________________________________________________________________________________________________________